giovedì 5 dicembre 2013

Simona Lembi: "Riscoprire l'orgoglio, la passione, i principi della sinistra. Per questo voto Cuperlo"



Domenica sarà una giornata importante: sceglieremo il segretario del Pd in un modo democratico e trasparente. L'obiettivo è molto semplice: costruire un partito che non sia il comitato elettorale di questo o quel leader, ma una comunità di donne e di uomini che lavora per migliorare la società e, per noi che siamo di sinistra, far sì che nessuno resti indietro. Per questi motivi voterò e farò votare Gianni Cuperlo: non per avere un nuovo capo da seguire fideisticamente, ma per sostenere un partito che lavori per il bene della società partendo da quello che è il vero problema degli italiani: il lavoro, inteso non solo come reddito, ma anche come dignità e conseguente libertà.

Voterò Cuperlo perché anche nella scelta paritaria attuata nella definizione delle liste è coerente con le cose che dice e vuole. Con un'idea di politica e di società ancorata al rispetto della parità di genere.
Sabato mattina Cuperlo sarà a Bologna, in mezzo alle persone, per confrontarsi con tutti. Lo aspettiamo alle 11.30 in Piazza Celestini. Saremo in tanti, come in tanti lo abbiamo votato.

Il sostegno di Bologna e dell'Emilia-Romagna a Cuperlo è cresciuto giorno dopo giorno come testimoniato anche dal risultato del voto nei circoli perché qui,  le proposte di Cuperlo sul lavoro, sulla parità e sulla dignità sono le più in sintonia con la vocazione di una sinistra moderna e di governo.

Simona Lembi

Comitato "Bologna per Cuperlo"

mercoledì 4 dicembre 2013

Le iniziative dei Comitati Cuperlo



Mancano ormai pochi giorni all' 8 dicembre e le iniziative che i comitati Cuperlo stanno organizzato in questi giorni sul territorio sono tante!
Ecco un breve riassunto per orientarsi:


Giovedì 5 dicembre
  • Ore 21.00 - Sala Auditorium Quartiere Borgo Panigale, (Centro Sociale Bacchelli, via Galeazza n. 2 - Casteldebole): "Con Cuperlo, per il Paese". Partecipano Andrea De Maria, Daniela Turci e Nicola De Filippo(Clicca qui per maggiori informazioni)
Venerdì 6 dicembre
  • Ore 18 - A22 New Lounge Bar - Via Riva di Reno, 80 GH: "La bellezza di dire chi siamo": ultimo "in bocca al lupo" prima delle primarie dell'8 Dicembre.  Un rinfresco offerto dai sostenitori e militanti per Cuperlo Segretario. Sarà presente: Salvatore Caronna
  • Ore 18.30 - Cafè de la Paix - Via Collegio di Spagna 5b: "La bellezza di dire DIRITTI". Partecipano: Anna Pompili, Patrizia Santillo, Massimiliano Martines, Elena Gaggioli, Alison Marchiò. Modera: Matilde Madrid (Clicca qui per maggiori informazioni)
Sabato 7 dicembre

Domenica 8 dicembre si vota per un Partito 
Bello e Democratico!


Per segnalazioni e informazioni:

Caliandro: dalla terra della giustizia sociale un voto per Gianni Cuperlo: tutti in piazza il 7 dicembre 2013


A pochi giorni dal 8 dicembre ribadiamo l'appello alle cittadine ed ai cittadini bolognesi per mobilitarsi a sostegno della elezione di Gianni Cuperlo a segretario nazionale del Partito Democratico.
Dopo lo straordinario risultato ottenuto dalla mozione Cuperlo nel nostro territorio nelle consultazioni congressuali dei circoli del PD bolognese siamo certi che anche gli elettori sapranno riconoscere nella proposta di Cuperlo la risposta politica più adeguata per un partito realmente di sinistra e a sinistra.
Per questo motivo non ci scandalizza ma anzi ci riempie di orgoglio la semplificazione giornalistica che ha etichettato i risultati elettorali di Gianni Cuperlo come la logica conseguenza del "voto di Bologna la rossa". Bologna, terra di Dossetti e di Dozza, con la sua storia politica e di impegno civico ha sempre saputo conciliare sviluppo economico,e giustizia sociale, welfare di eccellenza, lavoro e impresa.
Sostenendo la candidatura di Gianni Cuperlo chiediamo dunque una società più equa in cui sia concesso a tutti giovani e anziani di aspettarsi e poter coltivare la speranza di un futuro migliore non solo per se stessi ma
per un intera comunità.
Con la mozione Cuperlo è in campo un'idea di società e di partito che vuole mettere al centro della propria iniziativa politica i bisogni di equità e giustizia sociale che in questi anni sono stati trattati in maniera
ragionieristica.
Per noi prima di tutto occorre ridare dignità ai diritti ed ai salari delle persone più colpite dalla crisi economica.

Per ribadire questi principi, sabato 7 dicembre Gianni Cuperlo chiuderà la sua campagna delle primarie in mezzo ai cittadini bolognesi a partire dalle 11.30 in piazza dei Celestini!

Stefano Caliandro
Portavoce Comitato "Bologna per Cuperlo"

Sabato 7 dicembre - ore 11.30 - Gianni Cuperlo a Bologna


martedì 3 dicembre 2013

Lettera di Gianni Cuperlo ai Bolognesi



Carissima, Carissimo,
dopo il voto nei circoli, si apre adesso l’ultima decisiva fase del percorso che porterà all’elezione del nuovo segretario del PD.

Per questo motivo sabato 7 dicembre alle ore 11.30 sarò a Bologna in Piazza dei Celestini per un brindisi augurale che abbiamo organizzato per ringraziare la città, al quale ti invito.

Ho detto più volte che per me, scegliere di candidarmi è stato accogliere una responsabilità più grande di me. Credo sia stata la scelta giusta e comunque, politicamente, la più importante della mia vita.
L’ho fatto perché credo che con tutti i limiti e gli errori del passato, il PD sia la grande speranza di questo Paese di ritrovare la strada della crescita, fuori dalla crisi peggiore della sua storia e in una democrazia rinnovata e più forte.
L’esito, per molti sorprendente, del congresso nei circoli ha dato torto a chi pensava a una discussione svuotata da un esito scontato. Non è così e tutto può e deve ancora accadere.
Io continuerò a fare la mia parte, ma come sempre dipenderà da voi, militanti ed elettori del Partito Democratico, dalla grande passione che conosco bene e che tante volte ho incontrato nelle feste e nelle iniziative di questi mesi.
Lo slancio giusto per la volata finale non può che partire da questa città. Che è la città della sinistra che sa vincere, la sinistra di governo, ma anche di una sinistra che sa guardare oltre sé stessa, inclusiva del tanto, tantissimo di buono che c’è fuori da noi.
È la città di Dozza e di Dossetti, le grandi culture politiche progressiste di questo Paese hanno dato qui la miglior prova di sé e ci confermano la bontà del progetto che ha portato alla nascita del PD.
Solo il PD può guidare la riscossa morale, civile, sociale del Paese.
Serve uno scatto di coraggio e di orgoglio per riprendere il cammino, che voi avete tante volte tracciato, di uno sviluppo sostenibile sul piano sociale e ambientale, di un welfare che non può essere pensato come un costo, ma come un presidio di dignità e di cittadinanza per tutti.
Allora, come scrivo nella mia mozione, dobbiamo rimettere al centro le persone e la loro dignità. Se questa è la nostra chiave, lo spartito si scrive quasi da sé e si legge centralità del sapere: scuola, formazione, ricerca, università, cultura e creatività; moralità pubblica, lotta alla corruzione e alle mafie, legalità; buona e piena occupazione a partire da giovani e donne.
E ancora: diminuire le tasse sul lavoro, dipendente e autonomo, combattere la precarietà e le vecchie e nuove povertà.
Ma rimettere al centro la persona vuol dire anche dar vita a una nuova stagione dei diritti umani e civili, a partire dalla tutela di tutte le forme di convivenza e delle coppie gay, dalla libertà delle donne e dalla parità in ogni campo.
Le primarie dell’8 dicembre serviranno a scegliere anche questo, non solo a incoronare un leader.
Certo, se il Partito democratico si candida a cambiare tutto, a portare l’Italia dove merita di stare e dove non è ancora mai arrivata, sulla frontiera più avanzata dell’Europa e della modernità, avrà bisogno di un segretario che dedichi all’impresa ogni sua energia, senza riserve. Questa non è una sfida che si può pensare di raccogliere come secondo lavoro.
Non sarebbe giusto nei confronti di quanti, come voi, dedicano tempo, energie e passione all’impegno politico.
Per questo mi candido a guidare un partito da rinnovare profondamente negli organismi dirigenti, nel linguaggio e nell’organizzazione.
Dobbiamo costruire un partito che metta davanti a tutto l’etica e l’onestà, eliminando i doppi e tripli incarichi.
Un partito comunità, intelligente, aperto ai movimenti, al civismo, alle reti solidali delle autonomie locali.
Se tutto questo vi convince, se pensate, come me, che sia il momento di una sinistra e di un PD al servizio della rivoluzione della dignità, questo è il momento di crederci.

Gianni Cuperlo  

lunedì 2 dicembre 2013

Al PD e alla Sinistra non serve un nuovo demiurgo ma collettivo vero

di Roberto Finzi


A leggere la stampa e a sentire la televisione l’8 dicembre 2013 si darà una nuova “ immacolata concezione”. Che, come si sa, non è il dogma che asserisce la verginità di Maria ma la assenza in lei, a differenza di qualsiasi altro essere umano, fin dalla nascita del peccato originale. Il “dottore dell’Immacolata”, Duns Scoto, nel secolo XIV, parlò al proposito di “ redenzione preventiva”. Come – si licet parva … - quella che i media affermano per il PD parlando delle primarie come di un evento puramente formale. Ché, per loro, il segretario del PD è già Renzi. Poco vale che dai blocchi di partenza a oggi Cuperlo abbia fatto una rimonta fantastica. E per di più in presenza di quella formidabile offensiva mediatica pro Renzi cu tutti abbiamo assistito e che è stata rilevata in maniera incontrovertibile da agenzie specializzate, come ricordava su questo blog Fausto Andelini. Vale invece e molto, non solo tra i militanti. Ci si è resi conto e sempre più ci si rende conto che i problemi che ha di fronte a sé la politica, italiana ed europea, sono problemi strategici. Di lunga lena e che abbisognano di due cose fondamentali: una profonda riflessione e rielaborazione culturale; uno strumento permanente ed efficace per metterla a punto, aggiornarla, renderla incisiva sul piano pratico. Uno sforzo che non potrà limitarsi all’arco di una legislatura ancorché, come vogliamo, da noi gestita, non solo per le macerie che berlusconismo e crisi hanno lasciato ma per la sbalorditiva celerità con cui il mondo e i suoi equilibri mutano.
L’8 dicembre non si vota per il candidato premier che dovrà rappresentare la sinistra o la coalizione di cui la sinistra sarà perno e parte alla prossima tornata elettorale. Si vota per un signore che dedichi tutte le sue energie a costruire e ricostruire quello strumento politico – il partito – che garantisca una elaborazione, una lotta, una tenuta di lunga durata. Sennò ci ritroveremo, come nel gioco dell’oca, al punto di partenza. L’urgenza di tutto ciò ci viene squadernata sotto gli occhi tutti i giorni: dai drammi, inenarrabili di chi perde, col lavoro, ogni dignità a una generazione che è così demoralizzata da non cercarlo più alla drammatica incapacità dei ceti dirigenti. Anche nostri. Al di là di qualsiasi possibile responsabilità penale, che verrà accertata dagli organi competenti, quel che più mi ha colpito in quanto si è letto sulle malversazioni che hanno leso pure la nostra regione è stata la richiesta di rimborso del famoso scontrino da 50 cent. Per un bagno pubblico. Ma come è possibile arrivare a tal punto ?
Illudersi, come fa parte del nostro popolo, che basta il solito demiurgo – un solitario uomo al comando – che ha tutte le soluzioni in tasca è un abbaglio colossale. Occorre creare un collettivo vero che si ispiri a valori solidi e si nutra di una visione strategica – di cui la vittoria alle prossime elezioni, quando verranno, sia parte importante ma non totalizzante.
La scelta è chiara e obbligata. Se si guardano per davvero come stanno le cose e non ci si lascia distrarre dalle fanfaluche degli interessati megafoni degli interessi forti di questo paese.


venerdì 29 novembre 2013

Comunicato 105° Quelli che l'apparato....

Di Fausto Anderlini

Gli analisti del C&LS hanno misurato che fra metà settembre e metà novembre i giornali nazionali hanno dedicato a Renzi 130 articoli di prima pagina, 43 a Civati e solo 15 di Cuperlo. Per ciò che concerne Repubblica e Corriere il rapporto Renzi/Cuperlo è di 10 a 1. Analoga la situazione nella copertura televisiva. Ad onta di questo trattamento gli analisti rivelano come le rade presenze televisive abbiano messo in luce un Cuperlo "efficace nei contraddittori, pacato ma deciso, capace di ironia e di richiamo epico". La sinistra italiana ha visto emergere dal proprio seno un leader autorevole, autonomo e capace di irradiare un messaggio all'altezza del tempo 'storico' che stiamo vivendo. Io non so se vinceremo. Di sicuro non ci faremo turlupinare dagli apparati di stampa e propaganda. Gli unici che si vedono in giro. Qualunque sia l'esito resteremo uniti e metteremo questa forza collettiva a servizio del progetto sociale, politico e culturale che ci ha fatti ritrovare. Non usciremo dal berlusconismo per consegnarci ai suoi epigoni.
Inoltre ricordiamoci cosa avvenne durante e dopo le elezioni di Febbraio. Durante la campagna elettorale Renzi si limitò a qualche presenza, il minimo sindacale per coprirsi le spalle. Dall'altro lato si preoccupò di piazzare al meglio la sua corrente. Ognuno di noi ha innumerevoli esempi sulla 'lealtà elettorale' dei renzidi. Come scrive Angelica Lubrano di quel 40% per Renzi nel ballottaggio con Bersani un 20% si buttò in modo evidente su Scelta Civica (vedi la mente, Ichino, e la pancia, Adinolfi.....) e una parte dichiarò di aver votato per Grillo. Naturale, perchè se Renzi diceva che il PD è responsabile di tutti i mali e che i dirigenti son da rottamare,"tutti a casa", Grillo era la scelta più indicata.....

giovedì 28 novembre 2013

“Una grande quantità di uomini e donne di qualità”

L' Italia ha bisogno della scuola, la scuola ha bisogno di certezze.


Prima di scrivere un programma per la scuola e la formazione è necessario
porsi due domande:
1) Quale scuola vogliono gli italiani ?
Nonostante,nei lunghi anni di governo della Destra, i tagli nell'orario, nella
didattica, nelle risorse siano stati accompagnati da una campagna di
denigrazione senza precedenti nella storia della Repubblica, e nonostante il
peso fiscale sia sempre più gravoso da sostenere per una grande parte delle
famiglie, gli Italiani sono consapevoli dell'importanza della scuola e della
formazione, per il presente e per il futuro.
Gli studenti ed i giovani lo hanno dimostrato con ripetute manifestazioni
importanti. Molti genitori si battono da anni per la salvaguardia delle migliori
esperienze. Gli insegnanti non si rassegnano a subire una riduzione costante
del ruolo sociale della scuola e della professione docente.
Un grande numero di insegnanti, dirigenti e tecnici ha testimoniato nel
concreto la propria profonda convinzione del valore della scuola. In una
scuola ferita e impoverita, hanno proseguito il loro lavoro, cercando di
resistere ai tagli e mantenere il miglior livello possibile con un impegno
professionale sempre maggiore.
Si tratta di uno sforzo generoso, cui non si può chiedere di durare
indefinitamente.
Il primo dovere della politica è ascoltare, raccogliere queste volontà e sulla
loro forza costruire il cambiamento.
2) A cosa serve e a cosa deve servire la scuola?
La scuola diffonde e produce cultura e la cultura è un valore in se, anche a
prescindere dall'economia.
Ma la scuola è essenziale per far ripartire la società italiana impoverita e
bloccata dalla crisi, è essenziale per lo sviluppo e la sua qualità.
Non si può e non si deve ridurre il compito sociale della scuola alla selezione
e formazione della classe dirigente.
Oggi, in un mondo sempre più piccolo la medesima competizione globale
richiede al nostro paese di diventare una società con una grande quantità di
uomini e donne di qualità. E' necessario quindi un avanzamento generale
delle condizioni culturali diffuse.
E la scuola resta il principale soggetto che può contribuire a raggiungere
questo obiettivo.
D'altra parte sono proprio i gravi risultati delle recenti indagini OCSE a far
riflettere sulla necessità di una intera società competitiva non solo sul ruolo di
ristrette eccellenze.
La scuola italiana non è troppo grande.
Deve essere più efficiente ma non abbiamo: ”troppa scuola”.
Bisogna puntare alla sua promozione e non alla sua riduzione. Non è solo la
solidarietà che ci spinge a volere una scuola che non lascia nessuno fuori
dalle sue porte ma è la crisi medesima che lo impone.
Al contrario il paese ha bisogno di una buona scuola, inclusiva, basata
sull'obiettivo di innalzare il livello culturale e civile dell'intero Paese, formativa
ed educativa, dotata di edifici sicuri e di strumenti adeguati, basata su
percorsi a tempo lungo e inserita in un più vasto sistema di educazione
continua, per tutto l'arco della vita.
La crisi continua , una svolta e' mancata.
Il Governo Letta ha fatto una prima inversione di marcia rispetto ai tagli ma
resta intera la sofferenza nella vita concreta della scuola.
---scuola ridotta nell'orario e nella qualità nella primaria, nelle discipline e nei
laboratori nelle superiori
---contratti fermi
---fondi disponibili per gli istituti ripetutamente tagliati
Un rinnovato centrosinistra deve fare della priorità della scuola una sua
identità. La scarsità delle risorse non cambierà, ma proprio per questo ci
vuole una decisione politica, condivisa con i cittadini, sulle priorità.
Se c’è un settore per il quale è giusto che altri ambiti rinuncino a qualcosa, è
quello della ricerca e della formazione, dell'Università e della cultura.La
scuola e la formazione devono tornare al centro del confronto politico e
dell'azione di Governo.
Ma la complessità delle scelte da fare e la difficoltà della loro gestione
richiede una “intelligenza diffusa” che affermi la discussione,
l’approfondimento, la cooperazione, così nelle politiche scolastiche, così nella
vita delle scuole.
La strada è quella della autonomia , che va confermata e ripensata e
concretamente sostenuta, molto più di quanto non sia finora avvenuto.
La scuola dell'autonomia deve avere un quadro nazionale di risorse certe e di
programmi innovativi, che raccolgano, con una pratica di ascolto e
partecipazione, il meglio che si è fatto e si fa.
L'autonomia è necessaria per raccogliere l’evoluzione culturale, la diversità
dei soggetti che alla scuola si rivolgono con proprie e legittime aspettative,
per realizzare un sistema formativo che sappia operi per tutti i cittadini
indipendentemente dalla loro età e provenienza, per valorizzare le differenze
territoriali, per non disperdere tradizioni specifiche ed esperienze in campo
educativo.
Ma l'autonomia non è stata gestita sempre come era necessario: il Ministero
e i suoi uffici decentrati, hanno di fatto compiuto scelte contrarie, e, nel
quadro di un centralismo mai terminato, le scuole non hanno saputo e voluto
praticarla in tutte le sue potenzialità.
Anche le Regioni e le comunità locali devono recuperare un serio ritardo,
sviluppando politiche di riconoscimento del ruolo della scuola e di
potenziamento delle reti di collaborazione. Le Istituzioni locali debbono
considerare gli istituti scolastici, la loro programmazione ed i loro progetti, e
non solo le loro difficoltà, non un nuovo concorrente da affrontare, ma
soggetto determinante delle politiche territoriali, con la cui collaborazione si
può agire per migliorare la qualità della vita della cittadinanza. E’ aperta una
fase in cui gli enti territoriali devono superare la visione di governo, per la
scuola, di specifiche competenze (locali, trasporti, edilizia). Il compito è più
vasto e qualificato perché si tratta di collaborare alla gestione delle scelte
culturali. La messa a disposizione delle risorse culturali territoriali, la
facilitazione delle relazioni coi soggetti economi e no profit, l’indicazione delle
specificità dei cittadini e dei luoghi che servano a creare identità territoriali.
Si tratta di un nuovo modo di affrontare la politica scolastica, con la
consapevolezza che si entra su territori in cui la competenza amministrativa
deve confrontarsi con l’esperienza e il mandato formativo. Serve da parte di
tutti rispetto, studio, generosità.
Anche il tema centrale della valutazione non si può separare da un nuovo
modello di vita e governo del sistema orientato all' autogoverno e alla
programmazione degli obiettivi formativi da parte delle scuole, con il pieno
protagonismo dei docenti e un confronto costante con le istituzioni del
territorio ed i soggetti culturali e sociali che lo animano.
Le prove valutative promosse nazionalmente devono avere un valore di
monitoraggio e di orientamento, devono servire ad individuare criticità e ad
intervenire sulle emergenze. Una valutazione decentrata deve orientarsi a
verificare la rispondenza fra la programmazione di obiettivi di qualità e il
concreto operare delle scuole.
La valutazione intesa come continue prove a quiz che è inserita sempre di più
anche nella didattica, va sostituita con una valutazione partecipata che, nel
mantenere criteri di oggettività e trasparenza, sia davvero promotrice di
qualità.
Il disagio profondo indotto da controriforme penalizzanti non deve far
scomparire il senso della necessità di grandi scelte di cambiamento, in ogni
ordine di scuola.
Vogliamo una buona scuola dall'Infanzia (preceduta da una rete di asili Nido
diffusi e sostenuti come essenziali servizi educativi) e una scuola di base
articolata in cicli forti e in continuità,fino al biennio di compimento dell'obbligo,
con tempi di scuola distesi e ricchi.
Nei percorsi successivi, nella scuola secondaria, vogliamo la valorizzazione
sia degli indirizzi umanistici sia degli indirizzi tecnico-scientifici,cancellando
l'impoverimento degli istituti tecnici e delle scuole legate alle vocazioni
produttive dei territori che invece è stato perseguito dai ministri della Destra.
I migliori talenti devono poter sbocciare e vanno sollecitati a crescere ma
nell'ambito di un sistema scolastico e formativo superiore capace di assicurare, al termine della sua frequenza, tendenzialmente a tutti i giovani,
un valido titolo. Il patrimonio umano che viene disperso nell'abbandono
scolastico e nella dequalificazione della formazione è indispensabile e il suo
spreco non può più essere tollerato.
Una buona scuola sarà quella che affronterà il tema del precariato di tanti
professori, spesso vitali al funzionamento di molte realtà scolastiche,
cercando una soluzione condivisa e tecnicamente praticabile.
Pensiamo ad un sistema formativo integrato, dove attorno e dentro la scuola
sia possibile accedere alle principali risorse culturali della città, del Quartiere,
nel territorio. Pensiamo ad una scuola che accolga e valorizzi la pluralità di
culture e linguaggi, saperi ed emozioni, a cominciare dall'arte e dalla musica,
che abbia particolare cura per le competenze garanzia di una cittadinanza
attiva: la comunicazione nella lingua madre e nelle lingue straniere; le
competenze matematiche, scientifiche e quelle tecnologiche, multimediali e
digitali; le competenze sociali e civiche; lo spirito di iniziativa; la
consapevolezza dei diritti e dei doveri, per sè e nel rapporto con gli altri.
Non basterà una azione di governo di routine della scuola, per contribuire in
Italia a realizzare nella cultura e nell'educazione una Europa progressista che
superi l'Europa del liberismo e dell'impotenza. I temi che abbiamo citato
rimandano all'assetto generale della scuola italiana. Per questo non sarà
sufficiente affrontarli come singolarmente, ma occorrerà che il Governo, le
Regioni e le Autonomie Locali, e il sistema scolastico avviino un percorso
"costituente", con una vasta partecipazione, per un ripensamento
complessivo, per la ridefinizione di valori, obiettivi, contenuti, modelli
organizzativi della scuola.
Siamo studenti, insegnanti, direttivi e amministrativi, amministratori degli Enti
Locali, ricercatori ed esperti, siamo genitori impegnati nella vita delle scuole,
vogliamo promuovere occasioni di ascolto, di scelta, di decisione nelle realtà
nelle quali viviamo ed operiamo ed a livello cittadino e provinciale.
Ci interessa ESSERCI . La nostra non è, non sarà, un'adesione “ a scatola
chiusa”, un voto cieco per una immagine, VOGLIAMO DISCUTERE,
PARTECIPARE, AGIRE, in queste Primarie, e dopo.
Perché la scuola ha bisogno di certezze.

Gruppo “Cultura&scuola” del Comitato BolognaxCuperlo
Hanno rielaborato suggerimenti di tanti, emersi sia nella campagna elettorale per Pier
Luigi Bersani, sia nel Gruppo “Cultura e scuola per Cuperlo” : Davide Ferrari, Gabriele
Chessa, Rosanna Facchini, Franco Frabboni, Graziella Giorgi, Giovanni Sedioli,
Anna Chiara Strappazzon, Bijoy M. Trentin

lunedì 25 novembre 2013

Questa sera Gianni Cuperlo a Piazza Pulita su La7



Questa sera Gianni Cuperlo sarà ospite a Piazza Pulita su La7 a partire dalle 21.
Questo il link per la diretta streaming!
http://www.la7.it/piazzapulita/

25 novembre - Giornata internazionale contro la violenza alle donne



La violenza contro le donne è prima di tutto un problema degli uomini; con questa prospettiva oggi vogliamo celebrare il 25 novembre, Giornata Internazionale contro la violenza alle donne.
La violenza di genere è esercizio di dominio praticato dagli uomini ed è la manifestazione di disuguaglianze di potere nelle relazioni tra donne e uomini a partire dalla sfera privata e affettiva fino alla scena pubblica.
Questo non significa pensare che nel maschile c'è qualcosa che porta "naturalmente" alla violenza, piuttosto che per dire parole di spessore e di consapevolezza occorre partire da sé, da cosa significa essere uomini e con quale modello di virilità si cresce e si convive.

Le 109 donne uccise nel solo 2013 (dato al 31.10 dal coordinamento centri antiviolenza Emilia-Romagna) di cui ben 10 nella nostra regione ci dicono che i diritti delle donne devono essere priorità nelle nostre proposte politiche, perché i centri antiviolenza sono ancora troppo pochi e senza certezza di finanziamenti continuativi e adeguati, perché la promozione di una cultura rispettosa delle differenze di genere è una questione di cittadinanza e convivenza pienamente democratica e realmente votata al cambiamento.
E ora a dirlo, e ad agire insieme alle donne devono (dobbiamo) essere gli uomini.

Federica Mazzoni
Comitato "Bologna per Cuperlo"

martedì 19 novembre 2013

23 novembre 2013: Le ragioni di una scelta. Con Andrea De Maria e Paola De Micheli


22 novembre 2013 - Ripartiamo dal lavoro!


21 novembre 2013 - Cena di autofinanziamento Comitato "Porto per Cuperlo"


21 novembre 2013 - Aperitivo del Comitato "Bologna per Cuperlo"


Gianni Cuperlo vince in Emilia-Romagna!


Dati definitivi della Regione Emilia-Romagna

Partecipanti al voto: 27.819

  1. Gianni Cuperlo:    12.032 voti - 43,55%
  2. Matteo Renzi:       11.701 voti - 42,35%
  3. Pippo Civati:          3.557 voti - 12,87%
  4. Gianni Pittella:           341 voti  -  1,23%
Schede bianche: 106
Schede nulle:       82

Per maggiori informazioni sui dati delle Convenzioni a livello regionale:
http://pder.it/

lunedì 18 novembre 2013

Risultati definitivi: Cuperlo vince a Bologna con il 51,87%


QUESTI I DATI DEFINITIVI DI BOLOGNA E PROVINCIA:

140 riunioni di circolo sul territorio dell’Unione provinciale di Bologna.
Votanti: 7861
  1. Gianni Cuperlo       4055 voti       51,87%
  2. Matteo Renzi          2764 voti       35,36%
  3. Giuseppe Civati        933 voti       11,94%
  4. Gianni Pittella              65 voti         0,83%


lunedì 11 novembre 2013

Lettera di Gianni Cuperlo agli iscritti PD


Cara democratica, caro democratico,

io non so quale candidato hai deciso di sostenere come segretario nazionale o se stai ancora valutando chi, tra noi, corrisponda meglio alla tua idea di partito. Se hai già scelto di sostenere un altro candidato, ti porgo i miei più sinceri auguri e ti ringrazio se vorrai continuare a leggere queste righe.

Ho inteso questo congresso, fin dalla scelta di candidarmi, come un grande momento di libertà e di discussione, tra noi e con il mondo intorno a noi. Un congresso di svolta, che non fosse finalizzato soltanto alla scelta di un leader, ma alla ricostruzione della nostra comunità. Nel rispetto delle idee che pure possono dividerci, ma anche nella consapevolezza del molto di più che ci unisce.

Ti scrivo perché voglio provare a raccontarti le mie idee per il partito e per l’Italia. Idee che nel PD sono patrimonio di molti, ma che finora non siamo riusciti a mettere in pratica. Ne Il club degli incorreggibili ottimisti di Jean-Michel Guenassia mi è sembrato di trovare una frase illuminante: “Quello che per loro contava nella Terra promessa non era la terra. Era la Promessa”. Diciamocelo con franchezza: non abbiamo saputo mantenere la promessa, che avevamo fatto a noi stessi e al Paese dando vita al Partito democratico, di un cambiamento di luoghi, strumenti e linguaggi della politica.

È questa la ragione di fondo per cui ho deciso di candidarmi alla Segreteria del Pd. Perché per quelle idee e per quella promessa voglio battermi fino in fondo, assumendone la responsabilità in prima persona. Il Partito democratico ha bisogno di un Segretario che si dedichi, a tempo pieno, a ricostruire il legame con la società sulla base di una visione del futuro che non sia solo un programma di Governo. Questa è la politica in cui credo, in un partito che nonostante limiti ed errori rimane una speranza per l’Italia e di cui con orgoglio espongo il simbolo perché è immagine di libertà, di dignità, di comunità.

È tempo di dire con coraggio chi siamo e per chi siamo. Nostro compito è portare nel futuro l'idea di una sinistra moderna ma radicale nei suoi valori, non subalterna alle culture che hanno dominato gli ultimi decenni. Senza la sinistra non c'è il Pd e oggi solo il Pd può guidare la riscossa morale, civile, sociale del Paese. Ma ci vuole un partito forte alle spalle, perché nessun Governo da solo è in grado di cambiare l'Italia. L'illusione tecnocratica è l'altra faccia della degenerazione populista. La nostra Repubblica, provata dalla crisi più drammatica della sua storia, ritroverà la fiducia solo in un nuovo patto di cittadinanza fondato su libertà e giustizia sociale. Ecco il compito primario del PD: mettersi a servizio di una rivoluzione della dignità.

Per cambiare l’Italia, però, il PD deve cambiare se stesso. Deve farlo alzando lo sguardo sull’Europa e sul mondo, portando avanti battaglie riconoscibili sul lavoro buono per giovani e donne, sulla lotta alle povertà vecchie e nuove, sulla qualità della vita dei cittadini e delle relazioni umane nei territori, per un nuovo modello di sviluppo sostenibile sul piano sociale e ambientale.

Il PD deve cambiare radicalmente partendo dal suo modo di stare tra le donne e gli uomini che sceglie di rappresentare, a cui vuole dare voce e potere. Deve dotarsi a ogni livello di organismi dirigenti profondamente rinnovati, più snelli e autorevoli e al tempo stesso coinvolgere direttamente i propri iscritti nell’elaborazione dei programmi e nelle decisioni. Deve rispettare il pluralismo, ma contrastare la piaga del correntismo, privilegiando sempre passione, impegno e competenza. E deve saper guardare e attingere al molto di buono che c’è fuori di noi, aprendosi alla rete del civismo, della solidarietà, delle autonomie sociali. Promuovendo le comunità, la società che si organizza: le più solide fondamenta della speranza.

È un percorso difficile, ma sono certo che la nostra stagione congressuale sarà la semina di quell’alternativa – di quel nuovo centrosinistra – che dovrà candidarsi a guidare l’Italia per i prossimi anni, chiusa la parentesi delle larghe intese: la nostra prospettiva politica non può certo essere quella di un neocentrismo esplicito o camuffato.

Cara democratica, caro democratico, è questo il Partito democratico per il tempo nuovo che ho in mente. Il tuo PD per il Paese di tutti è quello che ho provato a raccontare nella mozione di accompagnamento alla candidatura e nelle note che l’avevano preceduta. Sono documenti maturati negli incontri che ho avuto con molti di voi in giro per l’Italia, ne raccolgono la preoccupazione e la voglia di riscatto, la passione e il coraggio di un rinnovato impegno.

In questi giorni, fino al 17 novembre, avrai la possibilità di discuterne nel tuo circolo, come in tutti i circoli di tutta Italia, e di far valere la tua opinione e il tuo voto nelle assemblee per l’elezione della Convenzione congressuale.

Grazie, per quello che farai e stai già facendo.

Con amicizia, Gianni Cuperlo

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Ti prego di contattarci per ogni suggerimento o critica, ma anche per quel incoraggiamento di cui abbiamo tutti bisogno.
Infine, ti segnalo che sul mio sito www.giannicuperlo.it potrai scaricare la mozione congressuale “Per la rivoluzione della dignità”.

Nell’area “Info sul voto” potrai scaricare il Fac Simile della scheda per l’elezione del Segretario nazionale che avverranno dal 7 al 17 novembre nei circoli, giorni nei quali i tesserati saranno chiamati al voto.

Se vorrai essere sempre informato sulle mie dichiarazioni e le mie iniziative puoi iscriverti alla mia Newsletter o seguirmi su Facebook e Twitter.

Lunedì 11 novembre - Andrea De Maria a Sala Bolognese


venerdì 8 novembre 2013

Cuperlo: "Contano gli iscritti non solo le primarie, così i renziani fanno morire il partito"


Intervista a Gianni Cuperlo di Giovanna Casadio - La Repubblica


«Attenti a non ridurre il segretario del Pd a una caricatura». Gianni Cuperlo, lo sfidante di Renzi alla guida del partito, difende gli iscritti, «il radicamento del partito». Non le regole che i Democratici si sono dati. Anche se il congresso, dice, non è certo una discussione sulle regole, ma sul Paese, sulla giustizia sociale e i diritti. Sui tesseramenti gonfiati, non accusa i renziani, però rilancia: «Si blocchi tutto e si annullino i casi controversi». 

Cuperlo, come si è arrivati dall`orgoglio dei tesseramenti alla vergogna delle tessere gonfiate, dei brogli nei circoli? 

«Ho un rispetto profondo per gli iscritti al mio partito. Sono un tesoro di impegno civile e umanità. In questi anni si sono fatti carico di tutto, dal montaggio dei gazebo alle campagne elettorali. E` un patrimonio di persone perbene con una forza di volontà e una passione che tolgono il respiro. Noi dobbiamo convincerli che il loro è un partito sano e trasparente e che i tesseramenti gonfiati, per quanto circoscritti, sono un oltraggio prima di tutto verso chi ha resistito all`invito martellante che vedeva il nostro partito e in generale i corpi sociali come un residuo da cancellare. E per questo che ho sollevato il problema, perché ne va della nostra identità». 

Sia Renzi che lei non potevate non sapere. 

«Ho chiesto che si andasse fino in fondo, senza guardare a chi ne ha beneficiato. Perché nessuno può beneficiare di metodi che sono un danno per tutti. Da mesi io parlo del paese, di come rinnovare l`ambizione e la speranza di una sinistra vincente. Ma ritengo del tutto sbagliata l`idea che gli iscritti siano un ingombro, un sovrappiù rispetto all`appello diretto al popolo». 

Renzi è un populista? 

«Ho letto che il sindaco di Bari avrebbe detto "adesso aboliamo gli iscritti". Mentre altri sostengono che vada abolita la convenzione con il voto degli iscritti per andare subito alle primarie perché solo il voto dell`8 dicembre conta». 

Quanto appunto hanno sostenuto i renziani. 

«Se si ragiona così muore il Pd. E non solo perché un partito senza iscritti è come una democrazia senza elezioni, non esiste in natura, ma perché i diritti di chi si iscrive sono una parte fondamentale della rivoluzione che dobbiamo fare». 

Cos`è diventato il Pd, un votificio e un partito di oligarchie? 

«No. Quando sento liquidare il voto di 330 mila iscritti come l`espressione degli apparati, penso che chi lo dice non sappia di cosa sta parlando. 330 mila persone non sono una oligarchia, sono una comunità». 

Lei vuole un "partito pesante", fatto di iscritti, di sezioni? 

«Voglio una forza popolare e radicata nel paese. Penso a un partito-società, a un partito-movimento che si organizza sulla base di principi e traguardi che scuotano le coscienze. Voglio un partito che si opponga all`idea che ciascuno debba rimanere isolato nel suo rapporto con il potere perché in quel modo il potere, anche quando viziato, avrà sempre la meglio». 

Diffidando delle primarie non si condivide il timore di Sposetti, per il quale ai gazebo potranno votare anche delinquenti e pedofili? 

«La battuta di Sposetti è sbagliata. Non solo non diffido ma ho una grande fiducia nelle primarie e nella saggezza del popolo democratico. Però quelle primarie hanno bisogno di una forza alle spalle: il Pd non può ridursi a un comitato elettorale permanente». 

Pensa di vincere le primarie? 

«Penso che il nostro sia un congresso aperto e questi primi risultati hanno sorpreso anche me. È stato raccontato come un congresso scontato. Invece quella che emerge è una grande voglia di ricostruire una sinistra moderna, di reagire al pensiero unico e anche di ribellarsi alle scelte del circuito politico-mediatico». 

Se vincesse Renzi sarebbe disposto a un ticket? 

«Mi sono candidato a fare il segretario sulla base di un impianto culturale che non è quello di Renzi». 

A norma di Statuto (che non siete riusciti a cambiare) il segretario diventa anche il candidato premier. Lei non pensa a palazzo Chigi? 

«No, sono primarie per scegliere il segretario del Pd. Chiunque avrà questo compito vi si deve dedicare anima e corpo. È caricaturale l`idea che descrive il segretario del principale partito del centrosinistra rinchiuso nelle stanze del Nazareno a fare riunioni inutili. Il segretario del Pd dovrà percorrere questo Paese in lungo e in largo, tornare nei luoghi della sofferenza e anche dove si misura la risposta alla crisi. Se si vuole cambiare tutto nella sinistra e nel paese, ci si candida a guidare una alternativa vera. Ma questo non lo si fa come secondo lavoro».

Fonte: La Repubblica

martedì 29 ottobre 2013

Gianni Cuperlo, il Partito Democratico e la capacità di "prevedere il presente"

Articolo di Roberto Finzi*

Un gran personaggio intellettuale e politico del ‘700 francese, il cui nome si trova in tutti i manuali ma il cui pensiero, come spesso capita, è poco noto scriveva, giovane, per se stesso: “ la legge dell’aberrazione  non è limitata all’ astronomia. Si estende a tutti gli oggetti della conoscenza umana e soprattutto alla politica. Ogni specie di luce non viene a noi che attraverso il tempo, più la progressione è lenta, più l’oggetto, travolto dal movimento rapido che allontana o avvicina tutti gli esseri, è già lontano dal luogo in cui lo vediamo: prima che noi abbiamo appreso che le cose stanno in una situazione determinata, esse ne hanno già cambiata molte volte. Così apprendiamo sempre gli avvenimenti troppo tardi e la politica ha sempre bisogno di prevedere, per così dire, il presente “.
Può farlo, in una società complessa come la nostra, solo attraverso la composizione di molte esperienze e molti saperi. In una parola per il tramite di un partito, strumento che va rinnovato, e molto rispetto a quello “ novecentesco”, un termine che in bocca a molti ( troppi) sembra una oscenità. Un congegno che invece resta essenziale a una politica democratica. Ce lo dice, del resto la costituzione ( altro attualissimo “ arnese” novecentesco ) che lo delinea come “ corpo” in grado di riunire ed elaborare esigenze e conoscenze per poi tradurli in concreti provvedimenti nelle sedi istituzionali deputate.
Sui modi del suo indispensabile rinnovamento-mutamento in relazione, in primis, ai cambiamenti, rapidi, della società e a come in concreto si è trasformato nel tempo a causa di necessità oggettive ma anche, e non poco, di soggettivi stravolgimenti delle sue funzioni ha detto cose interessanti Fabrizio Barca. Che non van prese per oro colato – è lui stesso il primo a dirlo – ma che di certo costituiscono un utile punto di riferimento.
In particolare mi sembrano essenziali tre irrinunciabili premesse: 1. l’abbandono, il definitivo seppellimento, di una concezione leaderistica del partito; 2. la netta separazione tra funzioni di partito e funzioni pubbliche; 3. La necessità che i saperi diffusi, e molecolari, che il partito deve sapere cogliere, organizzare, ridurre a concrete soluzioni sottoposte a verifica e “ sperimentazione” siano – debbano essere – collocati in un quadro di valori comuni.
Questi ultimi definiscono, per così dire, il “ perimetro” sociale, culturale e politico del partito. E per questo e con questo un linguaggio comune, attraverso cui i militanti si esprimano riferendosi ai medesimi oggetti. La sua elaborazione – basta riflettervicisi un istante – è parte costitutiva di una “ identità” ( del partito e dei suoi militanti) che non può prescindere da una approfondita analisi, valutazione e riappropriazione critica delle sue radici, che sono un complicato, tortuoso fatto storico non un proclama ideologico. Ne consegue la necessità anche di un lungo, paziente, per nulla scontato lavoro di formazione dei militanti.
Perché Barca sino ad ora non abbia voluto esplicitare la sua personale propensione per una delle candidature alla segreteria del PD in campo, non so. Attiene a sue private, insindacabili, valutazioni.
Per quanto mi riguarda la sua elaborazione mi ha rafforzato nel convincimento che la persona adatta oggi a guidare il PD sia Gianni Cuperlo nelle cui posizioni vedo la capacità di “prevedere il presente” che dovrebbe caratterizzare ogni buon politico. Ma al di là della sua solida e persuasiva personalità va sottolineato che solo lui, tra i candidati in lizza, rifiuta ogni torsione leaderistica del partito e della sua direzione. Cosa che – non c’è bisogno di ri-cordarlo – non si può proprio dire di Renzi! E nemmeno – nei comportamenti – di Civati.
Cuperlo si è impegnato pubblicamente e, direi, solennemente, a dedicarsi, se vincerà, in modo completo al partito, prefigurando in tal modo la separazione tra funzioni di partito e funzioni pubbliche. Un processo che - ovviamente – avrà bisogno di passaggi successivi, perfezionamenti, attuazione in tempi giusti e forme adeguate. Nei suoi scritti e nei suoi discorsi sono esemplificate in modo inequivoco la sua adesione al metodo dello “ sperimentalismo democratico” e la rappresentazione di un quadro di valori. Di conseguenza un linguaggio comune, la cui mancanza è foriera di equivoci gravi. Babele è la premessa dell’incomprensione e dell’impotenza politica.
Se questo sarà il progetto di partito che uscirà dal congresso la sinistra italiana potrà disporre di un potente strumento di crescita civile per tutto il paese. Influendo, senza possibilità di fraintendimenti, anche sul modo d’essere degli avversari. E Dio sa quanto l’Italia e l’Europa necessitino di destre e centrodestra adeguati alle sfide dei tempi e non adagiati e sguazzanti in più o meno truci populismi.


*Roberto Finzi ( Sansepolcro 1941 ) ha insegnato Storia Economica, Storia Sociale, Storia del pensiero Economico negli Atenei di Bologna, Ferrara e Trieste. Ha pubblicato con alcune tra le più prestigiose case editrici italiane ed europee ( Einaudi, Laterza, Il Mulino, Edizioni di Storia e Letteratura, PUF, Cambridge University Press). Suoi scritti sono apparsi, oltre che in Italia, in Argentina, Belgio, Brasile, Cina, Francia, Gran Bretagna, Giappone, Spagna, Stati Uniti. 

lunedì 28 ottobre 2013

69 Amministratori pubblici del territorio bolognese a sostegno di Gianni Cuperlo


Un appello degli amministratori del territorio bolognese a sostegno della candidatura di Gianni Cuperlo a Segretario del Partito Democratico. Sono 69 le firme degli amministratori. Come primi firmatari spiccano i nomi di Simonetta Saliera, Vicepresidente della Regione Emilia Romagna e Tiberio Rabboni, Assessore regionale all'Agricoltura. E poi Giacomo Venturi e Gabriella Montera, rispettivamente Vicepresidente e Assessore della Provincia di Bologna e Simona Lembi e Stefano Caliandro, rispettivamente Presidenti del Consiglio Comunale di Bologna e del Consiglio Provinciale. Seguono 13 Sindaci del territorio, 5 Presidenti di Quartiere e un Vicepresidente, 10 Consiglieri Provinciali, 10 Consiglieri del Comune di Bologna e 24 Consiglieri di Quartiere.
Secondo l’appello “ il modello del neoliberismo ha fallito”. Gianni Cuperlo propone un nuovo modello di società  fortemente innovativo, basato sui principi dell’uguaglianza, sulla promozione dei diritti, sul primato della politica sull’economia e la finanza. Infine Gianni Cuperlo sostiene che chiunque si candidi a guidare il PD debba farlo a tempo pieno, prevedendo la separazione del ruolo e dei compiti del partito da quelli di governo.
Parte dunque la campagna elettorale per le Primarie del PD che si svolgeranno l’8 Dicembre. Gianni Cuperlo, che sarà a Bologna il 31 Ottobre, può contare quindi sull’appoggio e sul sostegno di tanti amministratori del territorio bolognese. “Sarà una competizione vera”- sostiene Stefano Caliandro, portavoce del Comitato BolognaxCuperlo - “Nel rispetto di tutte le candidature in campo, Gianni Cuperlo rappresenta la vera novità. Perché in questi anni abbiamo assistito a messaggi troppo ambigui che non sono stati apprezzati dal nostro elettorato. Cuperlo in questo senso propone invece un’idea chiara della società verso cui tendere. Un modello di partito organizzato e basato più sull’agire collettivo che sugli individualismi. Questi i motivi principali del nostro sostegno”.

Questo l'appello firmato:

APPELLO DEGLI AMMINISTRATORI PUBBLICI A SOSTEGNO DI GIANNI CUPERLO

Sosteniamo Gianni Cuperlo alla Segreteria del Partito Democratico perché riteniamo che, dopo vent'anni di una politica eccessivamente personalistica, sia giunto il momento di cambiare davvero. Cominciando a promuovere il valore di un agire politico incentrato più sul “NOI” che sull’ “IO”.
Gianni Cuperlo propone un modello di società verso cui tendere basato su una visione legata non a sole emergenze contingenti, ma a prospettive di medio e lungo periodo facendo tesoro degli avvenimenti degli ultimi decenni, soprattutto in termini socio-economici.
La teoria economica del neoliberismo ha indebolito il Paese, il ruolo della politica ed il pensiero del centro-sinistra. Da qui la necessità come Partito Democratico di ripartire: dalle persone, dal lavoro, da una nuova idea di società che si basi sulla costruzione di un pensiero critico e non sulla sopravvalutazione dell'immagine. Da un partito che ridefinisca valori e principi fondanti su cui ridare fiducia alle persone e alle famiglie.

Ecco i principali motivi per cui, come Amministratori, appoggiamo Gianni Cuperlo:

- perché parla a tutte le persone dicendo chiaramente che i più deboli vanno tutelati, che i lavoratori e le fasce sociali economicamente svantaggiate devono essere quelle da salvaguardare nell'azione politica del Partito Democratico, garantendo a tutti diritti realmente esigibili;

- perché definisce prioritario pensare alla società del futuro attraverso una Politica che torni ad acquisire autorevolmente il suo primato su Economia e Finanza, guidando i processi e non subendoli, consentendole di ritornare ad essere guida fondamentale per lo sviluppo economico e sociale del Paese;

- perché crede in un Partito Democratico che abbia un ruolo fortemente europeista, promotore di politiche europee che siano espressione forte e coesa degli Stati membri, non solo attente alla giusta necessità di gestire bilanci e conti pubblici, ma volte a migliorare realmente, con spirito solidale, la qualità di vita delle persone;

- perché crede in un Partito Democratico popolare, forte, strutturato ed organizzato sul territorio. Un Partito che si impegna a costruire una cultura politica utile e vicina alle persone e a non essere un mero "comitato elettorale";

- perché propone una separazione fra il ruolo del Partito ed il ruolo del Governo, con il primo teso ad interpretare i bisogni delle persone e a delineare una visione equa della società, ed il secondo impegnato nell'attuazione di provvedimenti efficaci e concreti per il miglioramento del Paese;

- perché pone un limite ai doppi e tripli incarichi chiedendo a chi si occupa del partito, in primis al Segretario, di farlo in maniera esclusiva;

Gli amministratori pubblici del Territorio Bolognese

Simonetta Saliera
Tiberio Rabboni
Giacomo Venturi
Gabriella Montera
Simona Lembi
Stefano Caliandro
Sergio Maccagnani
Vincenzo Naldi
Marco Monesi
Anna Teresa Vergnana
Roberto Brunelli
Vladimiro Longhi
Giulio Pierini
Irene Priolo
Valerio Toselli
Sandra Focci
Graziella Leoni
Gianluca Stefanini
Loris Ropa
Daniela Occhiali
Nara Rebecchi
Raffaele Finelli
Edgarda Degli Esposti
Anna Cocchi
Maria Grazia Barrufaldi
Nadia Musolesi
Massimo Gnudi
Mariuccia Fusco
Renato Ballotta
Rossella Lama
Marianna Mignani
Angelo Marchesini
Leonardo Barcelò
Marzia Benassi
Francesco Critelli
Claudio Mazzanti
Daniela Turci
Maurizio Ghetti
Corrado Melega
Daniele Ara
Simone Borsari
Nicola De Filippo
Elena Leti
Vincenzo Naldi
Roberto Marega
Giorgio Borelli
Silvia Lolli
Annamaria Russo
Franco Cima
Angelo Garbin
Roberto Landi
Raffaele Persiano
James Tramonti
Bruno Alampi
Daniele De Maria
Maria Liguori
Luca Paglioni
Bruno Sedda
Davide Speme
Paolo Cavalieri
Marco Bertuzzi
Matilde Madrid
Vinicio Zanetti
Amedeo Bianchi
Giuseppe Muscarnera
Francesca Rossi
Francesco Massarenti
Luca Montanari
MariaRosa “Doda” Pancaldi

giovedì 24 ottobre 2013

L’ambiente del futuro comincia dal presente

Se è vero che dalle crisi, comprese quelle economiche, si esce con una trasformazione, è altrettanto vero che la questione ambientale non può restarne estranea ancora a lungo, almeno per due ordine di considerazioni: la prima, la contingenza, che la pone fra gli avvenimenti di cui ci spetta tener conto, la seconda, l’urgenza, che la pone saldamente nel presente e, per alcuni aspetti, ormai già radicata nel recente passato.  Non si può fare a meno, insomma, di analizzarne i molteplici aspetti capaci di influire sul nostro mondo, e sulla nostra visione del mondo. La coscienza ambientale, d’altronde, non è più circoscritta a pochi adepti, ma ha raggiunto da tempo il livello mondiale, dove gli accordi e i trattati segnano le pagine di storia del presente, e mostrano tutta la difficoltà di affrontare le reti di un sistema complesso quale quello naturale, dove ogni cosa è interdipendente e noi stessi ne siamo parte.
I dati scientifici del cambiamento climatico in atto parlano nella lingua dei numeri e dei grafici, ma i percorsi reali delle quantità diventano poi fatti molto concreti, come estensione delle aree siccitose o aride, modifica della produzione agroalimentare, incremento dei fenomeni atmosferici estremi, alterazione del ciclo dell’acqua, inquinamento dell’aria, dell’acqua, del suolo, locale e globale, consumo di risorse naturali, diminuzione della copertura forestale, riduzione della biodiversità. Se l’ambiente naturale ha un valore in sé e il suo degrado è una perdita di tale valore, ormai sono ben evidenti anche le conseguenze dirette sulla sfera umana e sociale, che assumono l’aspetto di una diseguaglianza che porta un tema di giustizia sociale: la diseguaglianza climatica e ambientale.  Nei Paesi ricchi, essa assume prevalentemente l’aspetto di periferie urbane squallide in cui vivono milioni di persone che non possono permettersi di vivere altrove, nei Paesi più poveri, essa ha l’aspetto della povertà, spesso estrema, causata da molti fattori fra cui non ultimi l’aridità dei suoli, la siccità, o viceversa le inondazioni, il continuo consumo di risorse naturali che non hanno il tempo di rinnovarsi.  L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati prevede che entro il 2050 si raggiungeranno i 200 milioni di profughi ambientali, prevalentemente dal Sud del mondo, dove l’impatto dei cambiamenti climatici sulla produzione agricola è già ora, e sarà sempre più, molto forte. Già nel Primo Assessment Report dell’IPCC (l’organismo dell’ONU che studia il cambiamento del sistema climatico) nel 1990 si sosteneva che il peggior effetto che la modifica del clima globale avrebbe causato sarebbe stato quello migratorio.
Il tema è complesso, ma con aspetti ormai chiari: l’ultimo Rapporto IPCC appena pubblicato, il Quinto, afferma con chiarezza che “il riscaldamento globale è inequivocabile e che molti dei cambiamenti osservati, a partire dagli anni ’50 del novecento, sono senza precedenti su scala di millenni”. Anche le cause sono ormai certe: il medesimo Rapporto scrive che “l’influenza umana sul sistema climatico è chiara” ed è legata all’aumento della concentrazione atmosferica di gas ad effetto-serra. Gas provenienti dalle attività umane, troppo invasive e troppo gravose, e forse spesso anche troppo obsolete.
Dunque, lo stato dell’ambiente ci coinvolge direttamente, entra nelle nostre vite, e ci porta a studiare nuove strade per il futuro. A partire dalla crisi che stiamo vivendo: una svolta economica verso produzioni e processi più leggeri per l’ambiente, e verso interventi capaci di alleggerire il carico attuale (di cui c’è gran bisogno), può rinnovare e fare partire ciò che ora è fermo, migliorando anche le condizioni di vita di molti, con i connessi effetti sulla salute, e riducendo le diseguaglianze ad esse legate. Migliorando, infine, lo stato dell’ambiente e limitando la portata del cambiamento climatico a livello globale.
Si parla spesso di economia verde come mezzo per creare genericamente posti di lavoro: il “verde” nell’economia va ben oltre, portando verso la creazione di posti di lavoro utili, cioè un elemento cardine di una vera “economia reale”.
Un’economia umana, in cui non manchi la produzione locale agroalimentare, biologica, vivibile in modo sano anche per gli animali d’allevamento. Un’economia che si fondi su una produzione energetica sempre più pulita, in cui il risparmio e l’efficienza energetica siano prassi consolidata che crea valore aggiunto, in un contesto di continua ricerca di miglioramento della qualità dell’aria e riduzione dell’utilizzo dei combustibili fossili. Un’economia, infine, che sappia ridurre il consumo di materiali vergini, creando nuova materia dal rifiuto, nuova vita dai prodotti, maggiore efficacia nei processi di trasformazione.
Un cambiamento che in parte è già iniziato: oggi ci sono tecnologie mature a affidabili in molti settori, ci sono filiere industriali, ci sono imprese di ogni dimensione impegnate in progetti “verdi” che stanno resistendo alla crisi meglio di molte altre. Molte città italiane hanno aderito al Patto dei Sindaci europeo, impegnandosi a superare gli obiettivi comunitari di riduzione delle emissioni e incremento delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico al 2020, molti Comuni raggiungono i vertici della raccolta differenziata dei rifiuti, oltre 1.000 soddisfano i bisogni energetici delle famiglie con le fonti rinnovabili.
Ci si può misurare con le grandi questioni ambientali globali a partire dal locale, interpretando le sfide che ci attendono e proponendo risposte capaci di disegnare un progetto di futuro. Un futuro in cui l’ambiente non sia soltanto il luogo del prelievo delle risorse, e il luogo dello spargimento dei rifiuti dopo l’utilizzo di ciò che è stato trasformato in merce, ma sia di nuovo il luogo dove vivere, come parti, consapevoli, di una rete più grande e complessa.

Claudia Castaldini
Legambiente

Per maggiori informazioni:
http://claudiacastaldini.ilcannocchiale.it/

sabato 19 ottobre 2013

Sabato 19 ottobre - Gianni Cuperlo a "Che tempo che fa"

Sabato 19 ottobre il candidato alla segreteria del PD Gianni Cuperlo sarà ospite della trasmissione "Che tempo che fa" di Fabio Fazio, in onda su Rai3 a partire dalle 20.10.