lunedì 2 dicembre 2013

Al PD e alla Sinistra non serve un nuovo demiurgo ma collettivo vero

di Roberto Finzi


A leggere la stampa e a sentire la televisione l’8 dicembre 2013 si darà una nuova “ immacolata concezione”. Che, come si sa, non è il dogma che asserisce la verginità di Maria ma la assenza in lei, a differenza di qualsiasi altro essere umano, fin dalla nascita del peccato originale. Il “dottore dell’Immacolata”, Duns Scoto, nel secolo XIV, parlò al proposito di “ redenzione preventiva”. Come – si licet parva … - quella che i media affermano per il PD parlando delle primarie come di un evento puramente formale. Ché, per loro, il segretario del PD è già Renzi. Poco vale che dai blocchi di partenza a oggi Cuperlo abbia fatto una rimonta fantastica. E per di più in presenza di quella formidabile offensiva mediatica pro Renzi cu tutti abbiamo assistito e che è stata rilevata in maniera incontrovertibile da agenzie specializzate, come ricordava su questo blog Fausto Andelini. Vale invece e molto, non solo tra i militanti. Ci si è resi conto e sempre più ci si rende conto che i problemi che ha di fronte a sé la politica, italiana ed europea, sono problemi strategici. Di lunga lena e che abbisognano di due cose fondamentali: una profonda riflessione e rielaborazione culturale; uno strumento permanente ed efficace per metterla a punto, aggiornarla, renderla incisiva sul piano pratico. Uno sforzo che non potrà limitarsi all’arco di una legislatura ancorché, come vogliamo, da noi gestita, non solo per le macerie che berlusconismo e crisi hanno lasciato ma per la sbalorditiva celerità con cui il mondo e i suoi equilibri mutano.
L’8 dicembre non si vota per il candidato premier che dovrà rappresentare la sinistra o la coalizione di cui la sinistra sarà perno e parte alla prossima tornata elettorale. Si vota per un signore che dedichi tutte le sue energie a costruire e ricostruire quello strumento politico – il partito – che garantisca una elaborazione, una lotta, una tenuta di lunga durata. Sennò ci ritroveremo, come nel gioco dell’oca, al punto di partenza. L’urgenza di tutto ciò ci viene squadernata sotto gli occhi tutti i giorni: dai drammi, inenarrabili di chi perde, col lavoro, ogni dignità a una generazione che è così demoralizzata da non cercarlo più alla drammatica incapacità dei ceti dirigenti. Anche nostri. Al di là di qualsiasi possibile responsabilità penale, che verrà accertata dagli organi competenti, quel che più mi ha colpito in quanto si è letto sulle malversazioni che hanno leso pure la nostra regione è stata la richiesta di rimborso del famoso scontrino da 50 cent. Per un bagno pubblico. Ma come è possibile arrivare a tal punto ?
Illudersi, come fa parte del nostro popolo, che basta il solito demiurgo – un solitario uomo al comando – che ha tutte le soluzioni in tasca è un abbaglio colossale. Occorre creare un collettivo vero che si ispiri a valori solidi e si nutra di una visione strategica – di cui la vittoria alle prossime elezioni, quando verranno, sia parte importante ma non totalizzante.
La scelta è chiara e obbligata. Se si guardano per davvero come stanno le cose e non ci si lascia distrarre dalle fanfaluche degli interessati megafoni degli interessi forti di questo paese.


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