domenica 29 settembre 2013

Le dimissioni dei Ministri Pdl sono un atto irresponsabile verso il Paese


La decisione del Pdl di far dimettere i ministri è grave e irresponsabile. Grave, innanzi tutto, per il modo in cui vengono motivate le dimissioni: non c’è alcun ultimatum da parte del Premier, c’è, piuttosto, la consapevolezza del suo esecutivo di non poter andare avanti di fronte ai ricatti che il Pdl pone per le vicende personali di Silvio Berlusconi. Ma ancora più grave è il fatto che queste dimissioni uccidono il governo nel momento in cui stava per affrontare scelte importanti come quella della legge di stabilità. Ora i nostri conti sono a rischio, sono a rischio le misure che il governo stava varando per il mondo del lavoro, per le famiglie, per le imprese, l’Iva aumenterà. Siamo di fronte a un gesto irresponsabile, l’ennesimo, di una forza politica che pensa solo a obbedire a un capo e non a perseguire gli interessi del Paese. Se c’è qualcuno che nel centrodestra ha ancora un briciolo di responsabilità lo dimostri agli italiani rifiutando questa assurda logica che condanna il nostro Paese a una crisi politica e istituzionale senza precedenti.
Gianni Cuperlo

sabato 28 settembre 2013

Intervista di Annalisa Cuzzocrea a Gianni Cuperlo, La Repubblica, 28 settembre 2013

Gianni Cuperlo non ha pensato neanche per un istante che le dimissioni di massa del Pdl potessero essere annoverate nella categoria dei “bluff”. Il candidato alla segreteria del Pd le considera, invece, «un fatto gravissimo, che mina le fondamenta del patto repubblicano».

Quindi Letta ha fatto bene, a non sottovalutare le minacce del centrodestra?
“Ha fatto benissimo. La minaccia di un Aventino collettivo, che non ha precedenti in nessuna democrazia, è stata fatta mentre il premier era negli Stati Uniti, dove cercava di accreditare il nostro Paese davanti agli investitori internazionali. Per non parlare degli inaccettabili attacchi a Napolitano. Stanno attaccando gli equilibri istituzionali e avvelenando i pozzi della democrazia. Ora sarà Letta a valutare i tempi della risposta, che dovrà passare da un dibattito parlamentare improntato alla massima chiarezza. Non possono esserci zone d’ombra, i comportamenti di ogni forza politica saranno verificati davanti al Paese».
Nessuna zona d’ombra neanche sulla giustizia?
«Il tema è sempre stato affrontato dal premier nei termini corretti. Se si tratta di norme per velocizzare la giustizia civile, siamo sempre stati disponibili. Se invece si pensa ancora a proporre provvedimenti a uso esclusivo di una persona, questo è per noi un argomento irricevibile. E vero che la sovranità appartiene al popolo, ma il popolo la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione, che prevede l’equilibrio dei poteri e nega che il potere politico sia tale da poter sovrastare gli altri, negando la loro legittimità. E’ qui che si rompe lo spazio di un possibile dialogo. Nessuna logica di convenienza temporanea o momentanea può sovrastare l’affermazione di un principio».
A questo punto, come può questo governo avere un futuro?
«Gli spazi sono ristretti. È del tutto evidente che così non si va avanti. Lo slittamento del decreto che doveva sistemare i conti dimostra che l’irresponsabilità del Pdl mette a rischio l’economia del Paese. Sappiamo che l’impatto di una crisi oggi ricadrebbe sulle tasche delle famiglie e delle imprese, ma è evidente che il governo non rimane in piedi a qualunque costo. Ascolteremo le parole del premier e il dibattito che ne seguirà consapevoli del fatto che sono scaduti i termini delle minacce, delle tattiche, dei ricatti».
Serve un nuovo governo?
«Se Letta dovesse cadere non c’è alcun automatismo che ci porti al voto. Bisognerebbe verificare in Parlamento la possibilità di una maggioranza di segno diverso, in grado di assumersi l’onere di portare a compimento i due obiettivi principali: la legge di stabilità e la riforma elettorale».
Si può fare con qualche decina di transfughi Pdl o 5 stelle?
«Non faccio ipotesi perché indebolirebbero la verifica di Letta, che ha la nostra piena fiducia, ma non si può proseguire come se nulla fosse».
Se si andasse al voto e Renzi fosse il candidato premier, lei potrebbe guidare il partito.
«Diamo gerarchia alle priorità. Siamo di fronte a rischi enormi e a un pericolo grave. Il congresso del Pd è cosa serissima che spero si possa fare nei tempi previsti, ma se la situazione dovesse accelerare verso nuove elezioni sarà importantissimo costruire un centrosinistra largo, che vada ben oltre i confini del Pd, recuperi il rapporto con Sel, parli alla società italiana, ai movimenti, alle forze vive del Paese, con un candidato premier scelto dalle primarie di coalizione».

venerdì 27 settembre 2013

Cuperlo: "È impensabile votare subito. Il congresso Pd? Prima viene il Paese"

Intervista a Gianni Cuperlo di Andrea Cangimi - Il Giorno



Onorevole Cuperlo crede che il Pdl faccia sul serio? 
«Solo il fatto che sia stato evocato un colpo di Stato e annunciato un Aventino è gravissimo. Letta fa bene a prendere sul serio la cosa».

In caso di crisi, meglio elezioni subito o un nuovo governo? 
«Votare subito sarebbe impensabile: per noi sarà un imperativo morale metter mano prima alla legge elettorale e alla legge di stabilità».

Il congresso va fatto comunque? 
«Vedremo, una crisi politica del genere cambierebbe l`agenda del Paese, e per noi del Pd il Paese viene prima del partito».

Senza il veto lettiano su regole congressuali considerate favorevoli a Renzi l`assemblea del Pd di sabato si sarebbe chiusa con un accordo, no? 
«Non mi risultano veti, ma conservo ancora l`amarezza per l`immagine trasmessa sabato da un partito che ambisce a governare il Paese e non sembra capace neanche di governare se stesso. Soprattutto a fronte di un dibattito molto coinvolgente».

Il punto da dirimere è il ruolo futuro di Letta? 
«Il congresso serve ad eleggere un segretario, ma auspico che la Direzione di domani (oggi, ndr) stabilisca che il candidato premier verrà scelto con primarie di coalizione».

Stavolta, per favorire Letta. 
«Letta è capo del governo e dirigente del Pd, come potremmo tagliarlo fuori per giunta rimangiandoci una regola già scritta?».

Il congresso, se si farà, dovrebbe servirvi a darvi un`identità dopo vent`anni di equivoci... 
«Sì, e mi dispiace che qualcuno mi dipinga come un conservatore, uno che rimpiange i vecchi partiti e la sinistra che fu».

Lei ha una storia, ma non ha l`aria del conservatore. 
«Infatti intendo costruire un partito aperto e radicalmente rinnovato. Ma che sia un partito. Perché se la Germania affronterà con senso di responsabilità e senza scilipotismi l`esito del voto di domenica è anche perché la Spd ha 150 anni e la Cdu quasi 70: partiti forti, consapevoli di sé».

Molti dei suoi supporter lottano per la sopravvivenza: D`Alema, Marini, Bersani... 
«Potrei cavarmela dicendo che anche Renzi ha molti sponsor che provengono dal passato, ma la verità è che il gruppo dirigente del Pd è già composto da trenta, quarantenni. Poi ci sono personalità che non ricoprono incarichi e che io considero interlocutori interessanti, non soggetti da espellere».

Se il segretario diventerà premier conserverà l`incarico? 
«Direi di sì. Aggiungo però con una battuta che la macchina strepitosa che ci siamo inventati per selezionare i candidati premier ad oggi è sembrata uno di quei congegni con cui Wile Coyote cerca invano di catturare lo struzzo».

Nel senso che... 
«Nel senso che non abbiamo ancora sperimentato l`efficacia delle primarie, poiché nessun leader del Pd è mai diventato premier».

Lei è dipinto come un intellettuale timido, non il domatore di tigri che forse servirebbe. 
«In effetti non mi sento un domatore di tigri e sarei ridicolo se cercassi di nascondere la mia natura. Il mio ruolo sarà favorire la discesa in campo di un gruppo dirigente nuovo e motivato, ma le confesso che fino a pochi mesi fa non avrei mai pensato di poter ambire alla segreteria. Mi hanno fatto cambiare idea dicendomi che a un certo punto della vita bisogna assumersi delle responsabilità e non farlo sarebbe diserzione».


Fonte: Il Giorno

giovedì 26 settembre 2013

Gianni Cuperlo, la legge contro l'omofobia e la coscienza civile


Cuperlo: "Non sempre le battaglie giuste sono quelle facili"

Intervista a Gianni Cuperlo di Carlo Puca - Panorama



Dalemiani, veltroniani, lettiani, bindiani e altri ancora: la grande novità della sua candidatura a segretario del Pd è che ora esistono pure i cuperliani. 
“Per carità, non vorrei mai stare in una corrente che mi adottasse come leader”.

Questa è una citazione di Marx. Groucho, naturalmente, non Karl. 
“Esatto. Un genio assoluto, Groucho”.

E Karl? Onorevole Gianni Cuperlo, lei è stato l`ultimo segretario della Fgci. Torna Forza Italia, venisse eletto lei potrebbe tornare pure il Pci. O, almeno, il Pds. 
“La politica è speranza. E per costruire speranza c`è bisogno di futuro. Qui c`è da consolidare il Partito democratico, altro che ritorni”.

Goffredo Bettini già propone di superare il Pd. 
“Rispetto molto Goffredo. Però ritengo che il nostro campo esista già, è il Partito democratico”.

Con Matteo Renzi vincitore annunciato del congresso... 
“Le assise saranno una sorpresa per molti. L`impatto con l`assemblea del Pd è stata una prova: il clima non era di una sfida già chiusa”.

Il quotidiano «Europa», seppure renziano, ha titolato: «Cuperlo vince la sfida dell`applausometro». 
“Ecco, sono quelle cose che fanno piacere, naturalmente”.

Un`ovazione sorprendente. L`assemblea è molto di sinistra. Ma Renzi sembra più comunista di lei. 
“Ma no, Renzi comunista è un`espressione inverosimile”.

Anche Nichi Vendola sta con Renzi. 
“Nichi non è un leader del Pd. E comunque la verità è che Matteo ha preso coscienza che certe ricette, come una flessibilità spinta sul lavoro, non funzionano e sarebbero improduttive per il Paese. Penso sia una evoluzione positiva, la sua”.

Che cosa invidia a Renzi?
“Una sola cosa: la possibilità di fare il primo cittadino di Firenze. Un`esperienza meravigliosa”.

Meglio, quindi, che resti a fare il sindaco.
“Ma no, non ho detto questo, lei mi vuole far litigare con Matteo”.

Impossibile, mi pare. Allora il pettegolezzo è autentico: marciate divisi per colpire uniti. Contro i gerontocrati.
“Credo invece che il Pd sia già rinnovato e in profondità. Parlano i fatti: la segreteria è giovanissima, il capogruppo alla Camera ha poco più di 30 anni, noi candidati alla segreteria superiamo al massimo i cinquant`anni. E siamo tutti più o meno nuovi rispetto al passato”.

Massimo D`Alema, Walter Veltroni, Franco Marini, Rosy Bindi... potrei continuare, ma il vulnus è che la vecchia guardia comanda ancora. 
“A parte il fatto che alcune di queste personalità hanno scelto di non ricandidarsi, nulla vieta loro di esprimere pareri e opinioni, ci mancherebbe. Che vogliamo fare, costringerli all`esilio? Semmai la questione non è fare espatriare i vecchi ma rendere autonome le generazioni che entrano”.

E come si fa? 
“Con le idee, non con gli slogan”.

Intanto si mormora dell`ennesima scissione, postcongressuale. 
“Hic manebimus optime»: io e Renzi nel Pd staremo assieme benissimo. Una rottura sarebbe una sconfitta sia per chi vince sia per chi perde”.

Tuttavia le correnti sono tante, qualcuna potrebbe lasciarvi. 
“Nei partiti le correnti ci sono sempre state, e al fondo hanno garantito il pluralismo. Purtroppo hanno perduto progressivamente quella loro caratteristica per arrivare alla deriva degli ultimi anni, fino a tradursi in un vero e proprio notabilato".

Riconoscerà che il Pdl questo problema non l`ha avuto. Lì comanda uno solo. 
“Ma il modello berlusconiano non è certo il nostro. Anzi, penso che vada recuperato il concetto del noi contro l`esasperazione dell`io”.

II Pd è quello dei tanti io che si fanno la guerra. 
“Appunto, manca il noi”.

Nel frattempo il suo partito è diventato tedioso. E le regole, e i cavilli, e il programma... non se ne può più.
“Abbiamo abusato della pazienza dei nostri elettori. Ora basta, si faccia il congresso. Tutto il resto è noia”.

Un suo grande elettore, Pier Luigi Bersani, è però tra quelli che fomentano la noia.
“Questo è un giudizio che contesto alla radice. Bersani, come tutti noi, ha commesso i suoi errori. Ma se ne è fatto carico anche al di là del dovuto. Vedo che molti partecipi di quegli errori ora gli urlano contro. È ingiusto, sbagliato e talvolta penoso".

Il suo vice, il vice di Bersani, è presidente del Consiglio. In campagna elettorale hanno condiviso ogni passo. 
“E no, Enrico è un`altra cosa. Mai ha preso le distanze da Bersani, proprio mai”.

Ecco, Letta: il premier è super partes rispetto al congresso. Ma a differenza di Renzi, che mina l`esecutivo un giorno sì e l`altro pure, lei evita ogni attacco al governo. 
“La correggo subito. Non è che io non posso, io non voglio”.


Che cos`è, disciplina di partito? 
“È disciplina di italiano. Questo governo è necessario al Paese. Ha fatto alcune cose importanti, a cominciare da scuola e lavoro. Se fosse il mio governo, punterei all`aggressione della nuova povertà con un piano straordinario per lo sviluppo. La ripresa senza occupazione è un rischio mortale”.

Senta Cuperlo, su Wikipedia, nella lista dei personaggi famosi di Trieste, lei è sistemato fra i politici e gli statisti.
“Non ho mai avuto alcuna esperienza di governo. Quindi statista no, spero di essere un politico, peraltro sui generis”.

Tutti le riconoscono autonomia di pensiero dai gerontocrati, anche da quelli con lei solidali.
“Che dire? A una certa età sono soddisfazioni”.

I suoi parenti saranno contenti. 
“Macché, sono caustici: «Chi te l`ha fatto fare? Dicono tutti che perdi». Rispondo che non sempre le battaglie giuste sono anche facili.

«Ai poeti resta da fare la poesia onesta»: ha presente? 
“Quello è un testo straordinario di Umberto Saba. Descrive uno stile di vita, è inutile cercare la perfezione se nello scrivere si è artefatti. Meglio un verso impuro ma interamente onesto”.

Sembra la metafora della sfida Renzi-Cuperlo. 
“Lasciamo in pace i geni. Dico solamente che ai politici resta da fare la politica onesta. Nient`altro che questo. Ma sarebbe la rivoluzione”.

mercoledì 25 settembre 2013

Gianni Cuperlo, l'austerity e le pensioni d'oro


Cuperlo: basta polemiche. Il congresso l'8 dicembre

Sono certo che Guglielmo Epifani, Davide Zoggia e chi sta lavorando per affrontare e risolvere le questioni aperte sapranno trovare la soluzione che ci deve portare a svolgere le primarie per il segretario l'8 dicembre.

"Io penso sia arrivato il momento di farla finita con le dichiarazioni e le polemiche sulle regole che ci devono portare al prossimo congresso. Sono certo che Guglielmo Epifani, Davide Zoggia e chi sta lavorando per affrontare e risolvere le questioni aperte sapranno trovare la soluzione che ci deve portare a svolgere le primarie per il segretario l'8 dicembre. La prossima riunione della Direzione armonizzi i tempi e fissi il percorso che ci deve portare a quella data". Lo dichiaraGianni Cuperlo, deputato del Pd e candidato alla segreteria del partito, commentando le ultime dichiarazioni sulle regole per il congresso.


"Con questa discussione - prosegue Cuperlo in una nota - stiamo logorando la pazienza dei nostri iscritti e dei nostri elettori che non ci capiscono piu'. E' ora di mettere al centro della nostra discussione il futuro del Pd e del paese e le questioni che interessano da vicino le famiglie, le imprese, i lavoratori e i cittadini italiani. Mi auguro che che sia possibile farlo il piu' in fretta possibile".

giovedì 19 settembre 2013

GOVERNO: CUPERLO, “DOPO IL MESSAGGIO DI BERLUSCONI IL PDL DICA CHE COSA VUOLE FARE”.


“Nella vicenda Berlusconi come Pd abbiamo cercato di difendere il principio dell’eguaglianza dei cittadini. Questo è stato lo spirito che ha guidato il nostro comportamento. Detto questo io credo che dovremmo occuparci delle questioni che riguardano la vita di migliaia di cittadini. Penso alla vicenda esodati, penso ai tanti lavoratori in cassa integrazione, penso alla difficoltà dei nostri comuni e delle nostre imprese. Queste sono le questioni che dobbiamo affrontare e abbiamo deciso di sostenere il governo Letta, un governo di necessità, per affrontare queste urgenze. Io ho grande rispetto per il PdL, rispetto che, come confermano le parole di Silvio Berlusconi ieri, non è reciproco nei confronti del Pd. Ma oggi è necessario sapere cosa intende fare il PdL nei confronti del governo. In quel ‘ritorno al passato’ che è stato il videomessaggio di ieri, a mio modo di vedere inconcepibile in un’altra democrazia europea, c’è una chiamata alle armi dei missionari della libertà che assomiglia con tutta evidenza ad un appello all’opposizione. Io mi chiedo se la destra italiana voglia ancora proseguire il proprio cammino dentro una concezione padronale e proprietaria dietro una leadership vecchia di vent’anni o se voglia invece, finalmente, decidere di assomigliare alle altre destre europee. Ma accanto a questo serve sapere come il PdL intende stare nel governo Letta: l’ambiguità del messaggio berlusconiano su questo è evidente, ma l’Italia non può sopportare questa ambiguità. Il PdL si deve assumere le proprie responsabilità. Altri ricatti sono inaccettabili”.

Lo ha detto Gianni Cuperlo, deputato del Pd e candidato alla segreteria del partito, durante la trasmissione ‘L’aria che tira’ in onda su La7 questa mattina.
Roma, 19 settembre 2013

Per saperne di più:
http://www.giannicuperlo.com/

domenica 15 settembre 2013

Il sostegno a Gianni Cuperlo del Presidente dell’Istituto De Gasperi di Bologna

Dichiarazione di Domenico Cella, già dirigente del Partito Popolare e della Margherita e attuale Presidente dell’Istituto Regionale di studi sociali e politici “Alcide De Gasperi” – Bologna.

“Ho ascoltato l’appassionato intervento di Gianni Cuperlo a Bologna e ho trovato forti corrispondenze con la mia esperienza politica. Aderisco perciò con piacere alla sua candidatura.
Mi è sembrata particolarmente convincente la sua reazione all’opinione così diffusa in questi ultimi decenni che il destino dei nostri popoli debba essere sempre governato da “necessità” storiche che frenano diritti e benessere, in primis le necessità del mercato.
Con vero sollievo ho ascoltato il richiamo alla generazione politica di De Gasperi e di altre grandi personalità europee che invece misero al centro della rinascita, come deve ritornare oggi, la politica e l’impegno di grandi soggetti politici popolari.
Il rinnovamento del Partito democratico verrebbe così a qualificarsi come alternativa culturale ed operativa alla destra, quella destra anche italiana che, dalla morte di Aldo Moro e di Enrico Berlinguer in poi, ha così prepotentemente forgiato il nostro pensiero e l’azione delle nostre istituzioni politiche (penso in particolare alla rimercificazione del lavoro nelle diverse tappe di apertura del diritto e della legislazione alla flessibilità dell’occupazione e della prestazione).
Con le idee di Cuperlo potremmo così più facilmente ripensare alla stessa funzione del Pd nel sistema politico: fratello maggiore, non attore pressochè esclusivo del centrosinistra, ma nemmeno confuso negoziatore di impossibilii alleanze oltre i confini del centrosinistra e di un sano bipolarismo.”

Bersani: "Sto con Cuperlo"


Pd: Bersani, sostengo Cuperlo per segreteria partito (ANSA) - SESTO SAN GIOVANNI (MILANO), 14 SET - ''Tra i candidati che si sono affacciati, ho cercato di capire quale potesse avere l'idea di Pd che ho io e quella di Cuperlo e' un'idea di partito molto vicino alla mia'' ha detto Bersani che ha abbracciato Cuperlo sul palco all'inizio del suo intervento alla festa Democratica milanese. ''Gli daro' una mano - ha aggiunto Bersani - perche' questa sua idea possa essere compresa dalle varie anime del partito e quindi adesso ci mettiamo a lavorare e vediamo di ottenere qualche risultato''. (ANSA). 14-SET-13 21:41

venerdì 13 settembre 2013

Gianni Cuperlo alla Festa dell'Unità di Bologna



Mercoledì 11 settembre alla Festa dell'Unità di Bologna Gianni Cuperlo è intervenuto all'iniziativa "Quale PD per cambiare l'Italia".
All'incontro hanno partecipato più di 1.500 persone.
Attraverso questo link è possibile vedere le foto della serata:
https://plus.google.com/u/0/photos/114502834622139121235/albums/5923134289298725841

Questo invece il suo intervento integrale:
http://www.livestream.com/festaunitabo/video?clipId=pla_b9337fe4-75e8-44a0-9c27-da945cc85ed0&utm_source=lslibrary&utm_medium=ui-thumb

martedì 10 settembre 2013

10.09.2013 - Gianni Cuperlo a Ballarò



Questa sera Gianni Cuperlo a partire dalle ore 21.05 sarà ospite a Ballarò (Rai 3).
Altri ospiti della puntata di ri-apertura del programma di approfondimento politico condotto da Giovanni Floris sono: Nunzia De Girolamo, Luigi Abete, Valerio Onida, Giovanni Toti, Massimo Giannini, Nando Pagnoncelli e Pier Carlo Padoan.

Per maggiori informazioni:
http://ballaro.blog.rai.it/2013/09/09/torna-ballaro-ospiti-di-girolamo-cuperlo-e-landini/

domenica 1 settembre 2013

Gianni Cuperlo: "Matteo sbaglia, il Partito ha perso consensi a sinistra"

Intervista di Diodato Pirone a Gianni Cuperlo, Il Messaggero, 01 settembre 2013

«Letta? Lo stiamo sostenendo con un notevole sforzo, ma d’ora in poi il Pd deve imporre la sua agenda». «Renzi? Non concordo con lui quando dice che abbiamo perso perché non abbiamo saputo attirare parte dell’elettorato di centro-destra. In realtà alle politiche abbiamo perso tre milioni di voti che erano nostri». «Confermo la mia candidatura alla segreteria Pd: per fare riforme profonde non basta il governo o una leadership forte, c’è bisogno di un partito radicato». E’ un fiume in piena Gianni Cuperlo. E a un giorno di distanza dal «duello» a distanza fra Letta e Renzi delinea i punti forti della sua campagna per la segreteria.

Onorevole Cuperlo la soddisfa l’esito della battaglia sull’Imu?
«Si è trattato di un compromesso anche se certo non mi fa piacere che sia stata abolita l’imposta anche per chi ha redditi elevati. Tuttavia penso che in Parlamento ci sia lo spazio per migliorare il decreto per reintrodurre la deducibilità dell’imposta a favore delle imprese e per garantire che la service tax non colpisca affittuari e fasce più deboli».

Il Pd ha dovuto inghiottire un boccone amaro.
«Il Pd sta facendo un grande sforzo per sostenere questo governo che, come lo stesso premier Letta ha dichiarato, non è il governo per il quale ci siamo battuti. Ma è arrivata l’ora di mettere al centro dell’azione dell’esecutivo la nostra agenda».


Quale agenda?
«Le nostre priorità sono tre: un’azione immediata contro la povertà, con norme straordinarie. Poi misure anticicliche per creare lavoro a partire da un aumento della domanda interna. Quindi: stanziamento di risorse per la cassa integrazione e gli esodati, una maggiore flessibilità per chi vuole andare in pensione prima e, più in generale, una riduzione del cuneo fiscale. Terzo punto: una nuova legge elettorale”.


Il Pd sembra diviso sul tema della riforma elettorale.
«Noi siamo per il doppio turno. Ma al di là delle tecnicalità siamo pronti ad un compromesso affinché venga ridato agli elettori il potere di scegliere i parlamentari e vengano corretti i criteri abnormi del premio di maggioranza del Porcellum».


Veniamo al Pd. Chi l’ha convinta di più: Letta a Genova o Renzi a Reggio Emilia?
«Noi dobbiamo fare un congresso di libertà per capire davvero la portata del sommovimento dello scorso febbraio. Non condivido l’analisi di Renzi quando dice che abbiamo perso perché non abbiamo avuto il coraggio di attrarre i delusi del centro destra. A me pare che dobbiamo innanzitutto riconquistare il consenso dei tre milioni di italiani che ci avevano già votato».


Già, ma come?
«Abbiamo capito che per fare quelle riforme che cambiano davvero l’Italia e la vita delle persone, e che quindi pestano i piedi alle tante consorterie che bloccano questo Paese, non basterà il Pd. E non basta il governo perché non basta neanche una leadership forte, come dimostra l’esperienza di Obama».


Dunque?
«Serve qualcuno che si dedichi al partito e non lo usi come trampolino per qualcos’altro. Serve, come indico compiutamente sul sito www.giannicuperlo.com, un Pd radicato nel tessuto sociale che non si dedichi solo ad operazioni di vertice o si trasformi in un comitato elettorale permanente ma che costruisca un nuovo centrosinistra in grado di vincere le prossime elezioni».


Ultima domanda: Berlusconi?
«A destra emerge sempre più una cultura profondamente anti-liberale, per cui tutti gli altri poteri sono subordinati alla politica. In più per l’ennesima volta assistiamo all’uso di una tattica comunicativa volta ad estremizzare i messaggi salvo poi correggere il tiro. Non credo che l’Italia possa ipotecare il suo futuro a questo genere di tattiche».