domenica 1 settembre 2013

Gianni Cuperlo: "Matteo sbaglia, il Partito ha perso consensi a sinistra"

Intervista di Diodato Pirone a Gianni Cuperlo, Il Messaggero, 01 settembre 2013

«Letta? Lo stiamo sostenendo con un notevole sforzo, ma d’ora in poi il Pd deve imporre la sua agenda». «Renzi? Non concordo con lui quando dice che abbiamo perso perché non abbiamo saputo attirare parte dell’elettorato di centro-destra. In realtà alle politiche abbiamo perso tre milioni di voti che erano nostri». «Confermo la mia candidatura alla segreteria Pd: per fare riforme profonde non basta il governo o una leadership forte, c’è bisogno di un partito radicato». E’ un fiume in piena Gianni Cuperlo. E a un giorno di distanza dal «duello» a distanza fra Letta e Renzi delinea i punti forti della sua campagna per la segreteria.

Onorevole Cuperlo la soddisfa l’esito della battaglia sull’Imu?
«Si è trattato di un compromesso anche se certo non mi fa piacere che sia stata abolita l’imposta anche per chi ha redditi elevati. Tuttavia penso che in Parlamento ci sia lo spazio per migliorare il decreto per reintrodurre la deducibilità dell’imposta a favore delle imprese e per garantire che la service tax non colpisca affittuari e fasce più deboli».

Il Pd ha dovuto inghiottire un boccone amaro.
«Il Pd sta facendo un grande sforzo per sostenere questo governo che, come lo stesso premier Letta ha dichiarato, non è il governo per il quale ci siamo battuti. Ma è arrivata l’ora di mettere al centro dell’azione dell’esecutivo la nostra agenda».


Quale agenda?
«Le nostre priorità sono tre: un’azione immediata contro la povertà, con norme straordinarie. Poi misure anticicliche per creare lavoro a partire da un aumento della domanda interna. Quindi: stanziamento di risorse per la cassa integrazione e gli esodati, una maggiore flessibilità per chi vuole andare in pensione prima e, più in generale, una riduzione del cuneo fiscale. Terzo punto: una nuova legge elettorale”.


Il Pd sembra diviso sul tema della riforma elettorale.
«Noi siamo per il doppio turno. Ma al di là delle tecnicalità siamo pronti ad un compromesso affinché venga ridato agli elettori il potere di scegliere i parlamentari e vengano corretti i criteri abnormi del premio di maggioranza del Porcellum».


Veniamo al Pd. Chi l’ha convinta di più: Letta a Genova o Renzi a Reggio Emilia?
«Noi dobbiamo fare un congresso di libertà per capire davvero la portata del sommovimento dello scorso febbraio. Non condivido l’analisi di Renzi quando dice che abbiamo perso perché non abbiamo avuto il coraggio di attrarre i delusi del centro destra. A me pare che dobbiamo innanzitutto riconquistare il consenso dei tre milioni di italiani che ci avevano già votato».


Già, ma come?
«Abbiamo capito che per fare quelle riforme che cambiano davvero l’Italia e la vita delle persone, e che quindi pestano i piedi alle tante consorterie che bloccano questo Paese, non basterà il Pd. E non basta il governo perché non basta neanche una leadership forte, come dimostra l’esperienza di Obama».


Dunque?
«Serve qualcuno che si dedichi al partito e non lo usi come trampolino per qualcos’altro. Serve, come indico compiutamente sul sito www.giannicuperlo.com, un Pd radicato nel tessuto sociale che non si dedichi solo ad operazioni di vertice o si trasformi in un comitato elettorale permanente ma che costruisca un nuovo centrosinistra in grado di vincere le prossime elezioni».


Ultima domanda: Berlusconi?
«A destra emerge sempre più una cultura profondamente anti-liberale, per cui tutti gli altri poteri sono subordinati alla politica. In più per l’ennesima volta assistiamo all’uso di una tattica comunicativa volta ad estremizzare i messaggi salvo poi correggere il tiro. Non credo che l’Italia possa ipotecare il suo futuro a questo genere di tattiche».

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