venerdì 27 settembre 2013

Cuperlo: "È impensabile votare subito. Il congresso Pd? Prima viene il Paese"

Intervista a Gianni Cuperlo di Andrea Cangimi - Il Giorno



Onorevole Cuperlo crede che il Pdl faccia sul serio? 
«Solo il fatto che sia stato evocato un colpo di Stato e annunciato un Aventino è gravissimo. Letta fa bene a prendere sul serio la cosa».

In caso di crisi, meglio elezioni subito o un nuovo governo? 
«Votare subito sarebbe impensabile: per noi sarà un imperativo morale metter mano prima alla legge elettorale e alla legge di stabilità».

Il congresso va fatto comunque? 
«Vedremo, una crisi politica del genere cambierebbe l`agenda del Paese, e per noi del Pd il Paese viene prima del partito».

Senza il veto lettiano su regole congressuali considerate favorevoli a Renzi l`assemblea del Pd di sabato si sarebbe chiusa con un accordo, no? 
«Non mi risultano veti, ma conservo ancora l`amarezza per l`immagine trasmessa sabato da un partito che ambisce a governare il Paese e non sembra capace neanche di governare se stesso. Soprattutto a fronte di un dibattito molto coinvolgente».

Il punto da dirimere è il ruolo futuro di Letta? 
«Il congresso serve ad eleggere un segretario, ma auspico che la Direzione di domani (oggi, ndr) stabilisca che il candidato premier verrà scelto con primarie di coalizione».

Stavolta, per favorire Letta. 
«Letta è capo del governo e dirigente del Pd, come potremmo tagliarlo fuori per giunta rimangiandoci una regola già scritta?».

Il congresso, se si farà, dovrebbe servirvi a darvi un`identità dopo vent`anni di equivoci... 
«Sì, e mi dispiace che qualcuno mi dipinga come un conservatore, uno che rimpiange i vecchi partiti e la sinistra che fu».

Lei ha una storia, ma non ha l`aria del conservatore. 
«Infatti intendo costruire un partito aperto e radicalmente rinnovato. Ma che sia un partito. Perché se la Germania affronterà con senso di responsabilità e senza scilipotismi l`esito del voto di domenica è anche perché la Spd ha 150 anni e la Cdu quasi 70: partiti forti, consapevoli di sé».

Molti dei suoi supporter lottano per la sopravvivenza: D`Alema, Marini, Bersani... 
«Potrei cavarmela dicendo che anche Renzi ha molti sponsor che provengono dal passato, ma la verità è che il gruppo dirigente del Pd è già composto da trenta, quarantenni. Poi ci sono personalità che non ricoprono incarichi e che io considero interlocutori interessanti, non soggetti da espellere».

Se il segretario diventerà premier conserverà l`incarico? 
«Direi di sì. Aggiungo però con una battuta che la macchina strepitosa che ci siamo inventati per selezionare i candidati premier ad oggi è sembrata uno di quei congegni con cui Wile Coyote cerca invano di catturare lo struzzo».

Nel senso che... 
«Nel senso che non abbiamo ancora sperimentato l`efficacia delle primarie, poiché nessun leader del Pd è mai diventato premier».

Lei è dipinto come un intellettuale timido, non il domatore di tigri che forse servirebbe. 
«In effetti non mi sento un domatore di tigri e sarei ridicolo se cercassi di nascondere la mia natura. Il mio ruolo sarà favorire la discesa in campo di un gruppo dirigente nuovo e motivato, ma le confesso che fino a pochi mesi fa non avrei mai pensato di poter ambire alla segreteria. Mi hanno fatto cambiare idea dicendomi che a un certo punto della vita bisogna assumersi delle responsabilità e non farlo sarebbe diserzione».


Fonte: Il Giorno

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